L’agente del futuro sarà un consulente specializzato e iper tecnologico. E la sua agenzia, un “negozio” multi servizi dove esaudire ogni necessità legata agli immobili, acquistati come abitazione o come investimento. Mai come in questo 2019 la categoria si trova di fronte alla necessità di una rapida evoluzione, pressata da un mix di novità legislative e da una concorrenza delle agenzie online che sono destinate a crescere. «Tutto sta nella prospettiva con cui si guarda il mercato. Per noi le novità sono sinonimo di opportunità» ragiona Gian Battista Baccarini, presidente della Fiaip, una delle principali associazioni di categoria del settore.
Le nuove norme
La Legge Europea di recente approvazione (legge 3 maggio 2019, n. 37) ha aperto il mercato, facendo cadere molte delle incompatibilità che vincolavano l’accesso alla professione, ma che d’altro canto chiudevano anche molti spazi di manovra. Che cosa cambia, nel pratico? In sintesi, oggi si possono fornire tanti servizi accessori alla sola intermediazione, senza paura di cadere in conflitto d’interessi. Servizi che prima erano esternalizzati oppure venivano svolti (e retribuiti) in maniera poco trasparente. «Una delle più promettenti è la gestione delle locazioni, in tutte le loro forme, sia brevi sia a lungo termine» prosegue Baccarini. «Manutenzione, piccoli interventi di ristrutturazione, check-in e check-out degli ospiti fino alle pulizie e al cambio biancheria, tutto può essere regolarmente fatturato senza bisogno di appaltarlo in esterno. Inoltre l’agente, a patto ovviamente di possederne i requisiti, può essere un consulente del credito, può offrire una polizza assicurativa. E ancora, svolgere l’attività di valutatore e certificatore in forma imprenditoriale e mettersi a disposizione delle banche nella concessione di mutui», aggiunge Baccarini.
Nuovo modello organizzativo
Ma come si fa a fare tutto? «Non si può, infatti nessuno invita gli agenti a svolgere cinque o sei mestieri diversi. La strada giusta è quella dell’agenzia multidisciplinare, uno spazio fisico in cui il cliente possa trovare tutte le figure di riferimento per la sua esigenza, che sono però dipendenti o collaboratori dell’agente».
Ci vuole organizzazione, ma in tanti si stanno già attrezzando. Come testimonia ad esempio Stefano Nursi, 46 anni, titolare di un’agenzia a Trieste. «Partivo da una situazione piuttosto strutturata, con un team di 10 collaboratori, e appena approvata la legge ho riorganizzato l’agenzia accentuando la divisione per settori.C’è un reparto tecnico, con un architetto che si occupa di proporre soluzioni di ristrutturazione ai clienti che mettono in vendita l’immobile. Io, oltre che agente, sono iscritto come tecnico del Tribunale quindi posso eseguire vere e proprie perizie sull’immobile, non solo semplici verifiche ipocatastali. Ci stiamo attrezzando per la gestione delle locazioni, soprattutto quelle turistiche, e visto che in questa zona arrivano tanti austriaci e tedeschi ho dovuto predisporre una persona ad hoc, che conosca le lingue. Infine, grazie a un mediatore creditizio, il potenziale acquirente, quando viene da noi, può sapere subito se e quanto sia finanziabile, senza iniziare il giro delle banche. Tutti servizi che ora posso fatturare con la medesima partita Iva e che il cliente apprezza perché risparmia tempo».
Compatibilità in dubbio
Resta un nodo dibattuto, quello della possibilità di essere al contempo agente e amministratore di condominio, binomio al momento proibito, ma che dovrà essere chiarito presto, probabilmente con una circolare attuativa ad hoc.
Un recente parere del Mise (documento non vincolante) aveva confermato l’incompatibilità attuale. Ma le associazioni di categoria, Fiaip in primis, in realtà si sono sempre dichiarate fiduciose sulla possibile rimozione di questo paletto, poiché considerano anche l’amministrazione condominiale come uno dei tanti servizi accessori che ora le agenzie possono svolgere. E in effetti, la posizione dell’esecutivo sul tema non è ancora chiara.
Il sottosegretario allo Sviluppo economico Dario Galli, rispondendo a una recente interrogazione parlamentare sull’assetto della professione alla luce della nuova legge, ha evitato di entrare nel merito, evidenziando però come lo spirito della 37-2019 sia proprio quello di eliminare clausole di incompatibilità “ormai superate”.
FONTE: Il Sole 24 Ore