Tra i costi dei consumi energetici e della manutenzione in casa bisogna inserire anche quelli della gestione di una caldaia. Nella manutenzione ordinaria è previsto il controllo obbligatorio, che consiste in una serie di operazioni che spettano solo a un tecnico abilitato. Ma cosa succede quando si rompe? Chi paga i danni della caldaia rotta nel caso in cui la casa non sia di proprietà ma in affitto?
Perché la caldaia si rompe?
La caldaia può andare in blocco o rompersi fino a richiederne la sostituzione di pezzi, per svariati motivi. Le cause più frequenti portano a un blocco dell’impianto, e possono dipendere da attività previste me non effettuate (mancato controllo o manutenzione). Si tratta di attività semplici che possono essere eseguite, con attrezzature d’uso comune, e di interventi che vanno riportati all’interno del libretto d’uso e manutenzione dell’impianto termico.
Quando si rompe, è probabile che ci sia bisogno di attività straordinarie (manutenzione straordinaria) non previste all’origine, per le quali occorrono interventi di riparazioni, ricambi o sostituzioni parziali o totali delle componenti dell’impianto.
Si possono presentare problematiche nel corso della messa in funzionamento di una caldaia, ad esempio:
- Presenza di calcare all’interno dell’impianto;
- Interruzione della fornitura di gas a causa di un malfunzionamento dell’impianto o per mancato pagamento delle bollette;
- Danni al sistema elettrico, per esempio dopo un temporale;
- Pressione dell’acqua troppo alta o troppo bassa;
- Insufficiente tiraggio del gas di scarico;
- Presenza di eventuale condensa nel tubo di scarico.
Ma a chi spetta il pagamento delle spese per ripristino, malfunzionamento o sostituzione?
Chi paga per la caldaia rotta: l’inquilino o il proprietario?
Quando si vive in un appartamento in affitto, molte regole e clausole vengono stabilite sul contratto di locazione. Tuttavia, alcune responsabilità sono inderogabili e in capo al proprietario. Tra queste, il proprietario di casa è responsabile in caso di impianto di riscaldamento difettoso o caldaia malfunzionante. Deve provvedere alla riparazione o sostituzione dei pezzi. Quindi, in caso di caldaia rotta, le spese sono a carico del proprietario, che è responsabile anche quando si verificano incidenti legati al malfunzionamento di un impianto, o a canna fumaria ostruita con conseguente intossicazione dell’inquilino.
Ma una caldaia si può rompere anche perché l’inquilino è stato negligente e non è intervenuto per riparare dei guasti. E infatti, altre spese sono invece a carico dell’inquilino, e riguardano:
- L’uso quotidiano della caldaia;
- La manutenzione ordinaria;
- L’usura dei beni messi a disposizione dal proprietario, caldaia compresa;
- Le bollette e la fornitura;
- Gli adempimenti relativi al libretto della caldaia (bollino blu e verde);
- La retribuzione del tecnico della manutenzione che viene a casa;
- La tassa Asl per la verifica dell’impianto caldaia;
- L’accensione stagionale della caldaia e la messa a riposo al termine della stagione invernale;
- I costi di riparazione della caldaia se è provato che l’inquilino non abbia provveduto alla manutenzione ordinaria.
Caldaia condominale rotta, chi paga?
Diverso è quando la caldaia è condominiale. In questo caso, le spese di manutenzione dell’impianto e delle tubature in comune devono essere ripartite tra tutti i condomini in base ai rispettivi millesimi.